Disabilità Intellettiva (D.I.)

Come viene definita la D.I.?

La Disabilità Intellettiva viene descritta all’interno del Manuale Diagnostico  e Statistico Dei Disturbi Mentali (DSM5), in cui è definita come un disturbo che comprende deficit sia del funzionamento intellettivo sia di quello adattivo che riguarda ambiti concettuali, pratici e sociali. Questi deficit devono inoltre avere avuto un esordio nel periodo di sviluppo.

Continuando a far riferimento al manuale DSM5, si afferma che nella D.I vengono distinti i seguenti gravi di gravità: lieve, moderata, grave, estrema. La D.I. può avere diverse cause (sindromi genetiche, cause perinatali legate al travaglio e al parto, deprivazione sociale grave e cronica, etc), pertanto è molto variabile nei diversi soggetti. Ciò  comporta una valutazione clinica necessaria che indichi le caratteristiche di ogni singolo paziente con D.I.

Valutazione della D. I.  

Sempre basandosi sul DSM5, la valutazione clinica della D.I. deve riguardare le funzioni intellettive (ragionamento, pianificazione, problem solving, etc) e la valutazione del funzionamento adattivo, che riguarda principalmente il grado di autonomia personale e di responsabilità sociale in relazione all’età dell’individuo e al contesto socio-culturale. 

Le funzioni intellettive vengono valutate con test di intelligenza standardizzati, che forniscono una misura globale di tali funzioni, in relazione all’età e allo stato socio-culturale del paziente. Tra i  più utilizzati vi sono le scale Wechsler, che si differenziano in base all’età dell’esaminato.  Misure standardizzate vengono utilizzate anche per il funzionamento adattivo, utilizzando degli strumenti (test e questionari) che raccolgono informazioni sulle autonomie, su aspetti emotivi e di socializzazione. La raccolta dei dati di questi strumenti viene effettuata facendo delle domande al soggetto stesso, ove possibile, e dai colloqui con i familiari, quando è necessaria un’integrazione delle informazioni. Il clinico, unendo informazioni tratte dai test, dai colloqui, e da valutazioni cliniche potrà definire il livello di gravità della disabilità intellettiva e progettare eventualmente un piano educativo-riabilitativo. 

A chi è rivolto?
 
  • Soggetti con sindromi genetiche (Sinrome di Down, sindrome dell’X fragile, malattie cromosomiche, etc)
  • Bambini con encefalopatia neonatale causata da eventi legati al parto. 
  • Pazienti con diagnosi di disabilità intellettiva che intendono intraprendere o migliorare il loro piano educativo-riabilitativo. 
  • Bambini con D. I. che necessitano di supporto nel Piano Educativo scolastico. 
  • Pazienti con aspetti psicopatologici (ansiosi- depressivi, ossessivi e fobici) in condizioni di disabilità. 

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